La torre di San Menaio

torre

Per la sua particolare conformazione fisica, che ne fa una penisola immersa nel mare, l’Italia, nel corso dei secoli, è stata un … boccone appetibile per tutti i popoli dell’antichità più o meno recente.

La Torre di San Menaio fa parte di un sistema fortificato di difesa contro le invasioni dal mare, esteso a gran parte delle coste pugliesi: le temute incursioni dei pirati turchi, infatti, funestarono a più riprese la storia dei centri costieri dell’Adriatico, rendendo indispensabili delle contromisure.

Il sistema di fortificazioni, costituite da torri poste ad una distanza che le rendesse visibili l’una dall’altra, fu progettato durante il viceregno spagnolo di don PEDRO di Toledo (1513 – 1559).

Di giorno le segnalazioni di avvistamento di navi pirate avvenivano o con gli specchi o con il fumo, mentre, di notte, i difensori si servivano delle torce.

Tutto il litorale abruzzese, molisano e pugliese (quest’ultimo sia lungo l’Adriatico che lungo lo Jonio) era costellato di torri di difesa che avevano la stessa funzione e la stessa forma esterna.

Ne furono costruite 376, di cui 25 in Capitanata.

Chi non conosce Torre Fortore, Torre Mileto, Torre di Monte Pucci, la torre di Vieste e quella di San Menaio?

Quest’ultima fu però edificata in un periodo anteriore, su iniziativa di privati, per soddisfare una sentita esigenza di difesa.

Nel corso del tempo, la torre, oggi inglobata nel centro abitato, ha gradualmente perduto il carattere di fortificazione, per assumere quasi l’aspetto di un edificio residenziale.

La sua tipologia è simile a quella delle torri salentine della zona di Gallipoli e di Nardò: consta di un basamento tronco-piramidale in cui si imposta un corpo parallelepipedo a due livelli, oggi finestrati. Il coronamento è costituito da una serie di “mensoloni” sporgenti che sorreggevano, probabilmente, le caditoie (buche fatte nelle volte delle torri per gettare sassi sui nemici invasori) estese a tutto il perimetro della torre; delle fasce marcapiano segnavano la separazione tra i vari livelli.

Articolo scritto dallo studioso di storia locale Ins. Domenico Tota.

Pubblicato sulla Gazzetta di San Severo il 12 ottobre 2002

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