Breve storia del campanile di S. Agostino

ll campanile della Chiesa di S. Agostino è il più artistico, bello e snello dei pur numerosi campanili della nostra città. È visibile da tutti i punti cardinali e sembra dare la benedizione della Madonna del Soccorso ai sanseveresi e ai forestieri che scendono allo scalo ferroviario, perché lo si nota, insieme al campanile della Cattedrale, proprio frontalmente. La sua costruzione ebbe inizio prima del 1563, fu abbattuto dal terremoto del 1627 e poi ricostruito. Il secondo piano vene innalzato il 1770. gli altri piani ed il capolino furono terminati il 1820. il campanile è alto complessivamente 48 metri.

Alla prima balconata (quarto piano), a 22 metri dal suolo, ci sono le tre campane più antiche che ora tacciono perché, pur fornite di batacchio (ù martagghie) possono suonare a martello ma non a distesa, perché mancano le funi adatte. Ricordo che da lì negli anni 1942-43, tutte le notti due soldati, con i binocoli, scrutavano le campagne per individuare eventuali lanci di paracadutisti inglesi o americani.
Sulla più grande delle tre campane c’è la seguente iscrizione: MENTEM SANCTAM SPONTANEAM HONOREM DEO ET PATRIAE LIBERATIONEM.
CHRISTUS REGNAT. CHRISTUS IMPERAT. CHRISTUS AB OMNI MALO NOS DEFENDAT. SANCTE AUGUSTINE, ORA PRO NOBIS. MAGISTER LIBERATOR THEATINUS ME FECIT – AD MDXXXXXX3.
Sulla seconda campana dell’orologio della Chiesa di San Severino è riportata la prima parte di questa iscrizione con la data del 1543 ed invece di “liberationem” è scritto “deliberationem” per cui risulta più facile la traduzione (sono stata costruita): “per santa spontanea decisione, in onore di Dio e per deliberazione della Patria. Cristo vince. Cristo regna. Cristo impera. Cristo ci difenda da ogni male. S. Agostino, prega per noi. Mi ha fusa (fatto) mastro Liberatore di Chieti. Nell’anno del Signore 1563” (notare come è scritto strano il numero romano!).

Sulle altre due campane ci sono date ed iscrizioni che mi è stato impossibile leggere per difficoltà di ordine pratico.

Alla seconda balconata (quinto piano), a 32 metri dal suolo, da circa venti anni, sono state collocate otto campane di varia misura ed intonazione collegate elettricamente ad un carillon, che spandono sulla città mattino, mezzogiorno e sera le dolci note dell’Ave Maria di Lourdes e suonano anche a distesa ed a martello. La cuspide del bellissimo e snello campanile ha una copertura in rame: sistema più sicuro contro le intemperie ma decisamente antiestetico. Riporto qui di seguito un passo del manoscritto di Antonio Irmici che parla della Chiesa ed Arciconfraternita del Soccorso. A pagina 86 è così scritto: “Possedendo la cassa della Confraternita un avanzo di ducati 800, l’egregio Priore, sig. Tura, con delibera 28 gennaio 1821, ottenne erogarlo pel compimento del Campanile, rafforzandone benanche le fondamenta. Gran gioia vi fu in quel giorno (15 novembre 1823) fra I Congregati, specie quando si vide il confrate meccanico, Francesco Paolo Fiani, inalberare la Croce e la Bandiera sul vertice del Capolino, ricco di ben patinate ambrogette, e quando illuminò i quattro balconi, muniti di ringhiere di ferro, sporgenti ai quattro lati di esso”. Quindi la “cuspide” o “cupolino” non aveva la copertura in rame ma le “ambrogette”, così definite da Zingarelli: “Piccolo quadrello di marmo, di vari colori, per pavimento. Quadrello di terra cotta invetriata”.
Le cuspidi dei campanili dei Celestini, di San Severino ed in questi giorni di San Lorenzo son tornate al loro antico splendore. Ora tocca a S. Agostino, alla Cattedrale ed a Croce Santa. Vorrei lanciare un appello alla cittadinanza: frugate fra i vostri ricordi; qualcuno potrebbe avere qualche foto in bianco e nero o a colori della cuspide del campanile di S. Agostino che potrebbe essere preziosissima per individuare il disegno delle “ambrogette”, così come una mia foto servì per realizzare la bellissima cuspide del campanile di San Severino. Agli Amici dell’Arciconfraternita del Soccorso, al suo Priore dr. Giuseppe Caracciolo ed al Rettore Can. Don Angelo Libero un incoraggiamento a rendere sempre più bello il Santuario della Patrona del Soccorso e ancor più meraviglioso il panorama cittadino dei campanili, bellissimi per la loro forma e gli splendidi colori di cupole e cuspidi.


a cura di Domenico Tota
articolo già pubblicato su La Gazzetta di San Severo, 03/06/2000

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